Carlo Scarpa è uno dei più importanti architetti e designer del XX secolo; è stato un personaggio ecclettico, l’ampiezza della sua creatività ha spaziato dalla progettazione architettonica organica al design, con una capacità progettuale trasversale, che concepiva con la stessa metodologia la piccola e la grande scala. Ha saputo interpretare ed anticipare le tendenze ed i gusti, plasmando idee in nuove forme da vivere. Un percorso ed un pensiero condivisi per trasformare in materia, funzionalità, tecnologia ed estetica un desiderio. Un desiderio che sapeva essere sempre in simbiosi con ciò che lo circondava, fosse esso un edificio architettonico o un arredamento di design; sia che utilizzasse cemento o legno o altro, a secondo del manufatto che andava ad ideare, creava un sodalizio con la natura, un equilibrio tra ambiente costruito e ambiente naturale, come lo dimostrano la tomba di Brion, la Fondazione Querini Stampalia… o molti dei suoi arredi, uno su tutti la Serie Scuderia. Qui Carlo Scarpa ha saputo valorizzare al massimo la naturalezza del legno, attraverso l’uso della sua materia principe, la quercia, preservando la bellezza innata della natura.
Il nome Scuderia deriva da una sua prima scelta, per cui la maniglia doveva essere costruita impiegando crine di cavallo, poi Carlo Scarpa, convintosi della difficoltà di reperimento della materia prima, optò per un legno sofisticato come il legno di Bosso, solitamente impiegato per lavori di ebanisteria. La grandezza della collezione è data dalla “grafica” dei piani in noce impiallacciato a macchia aperta, che dona un effetto decorativo di grande impatto visivo e consistenza della materia naturale. La collezione è stata progettata nel 1977, ed i pezzi sono ricchi di particolari frutto di lavorazioni sofisticate, in cui, come da suo cliché, pone grande attenzione alle connessioni e alle giunture, creando elementi studiati ad hoc, quasi affini all’immaginario dell’orologeria, diventando ornamento stesso del manufatto. Ne sono un chiaro esempio le cerniere ed i giunti tra gli elementi dei pezzi, risolto nel secondo caso, con una piastra in bronzo riportante il marchio Bernini, quale somma capacità di tradurre in finezza i problemi tecnici. Insomma un progetto in cui il sapiente dettaglio si fonde con la naturalità e semplicità dell’opera. /