Apparente semplicità formale per un progetto molto articolato. Riferimento diretto all’artigianalità, Kentucky sedia unisce la naturalità al valore del cuoio magistralmente confezionato; le cuciture a vista, su sedile e schienale, sono elementi decorativi frutto di una sofisticata confezione sartoriale. Seduta e schienale sono ancorati alla struttura mediante cinghie elastiche singole poste in tensione, dettagli costruttivi che diventano fortemente decorativi. La sedia che ha una seduta a proiezione all’indietro, è stata progettata per poter rispondere a svariate esigenze, sia in termini di funzionalità che di ergonomia. Struttura in noce naturale, cuoio colore rosso bulgaro. /
Libro Carlo Scarpa, per Bernini, tiratura limitata, pag. 56>63, Ed. settembre 1979 Carate Brianza - Carlo Scarpa e Tobia Scarpa, Editore RG, pag. 14,31, Anno 2012
Carlo Scarpa è stato un architetto, un designer e un innovatore, che ha vissuto e creato attraverso due guerre mondiali senza mai fermare la sua mente creativa.
Nato a Venezia nel 1906, a soli 2 anni Scarpa e la sua famiglia si trasferirono a Vicenza, una città vicina a Venezia, dove trascorse la maggior parte della sua infanzia. Nel 1919, alla morte della madre, la famiglia torna a Venezia e in seguito il giovane Carlo si iscrive alla Reale Accademia di Belle Arti di Venezia. Nel 1926 consegue l'abilitazione alla Progettazione Architettonica e fino al 1931 lavora nello studio veneziano dell'architetto Guido Cirilli, mentre svolge anche l'apprendistato presso l'architetto Francesco Rinaldo. Nel 1934 Carlo Scarpa sposò la nipote di Rinaldo, Nini Lazzari.
Dal 1933 al 1947 è consulente artistico della famosa e prestigiosa industria vetraria Venini ed al suo personale gusto artistico per il vetro di Murano sono dovuti alcuni dei vetri più originali della storia del design.
Per venti anni, fino oltre la metà degli anni quaranta, riceve numerosi incarichi per la progettazione di edifici sia pubblici che privati. L’architettura di Carlo Scarpa è stata definita come “la più colta e aristocratica del Novecento Italiano” caratterizzata per l’inconfondibile tratto con cui riusciva a coniugare l’amore per i materiali, l’attenzione al dettaglio, la sapiente elaborazione delle poetiche wrightiane e organiche. Elementi non solo presenti nelle mirabili progettualità architettoniche del professore, ma anche attraverso il disegno di prodotti d’arredo, che hanno fatto la storia del design italiano, grazie anche alla collaborazione con importanti aziende del settore quali la Cassina e Bernini. Infatti a Scarpa piaceva collaborare, che si trattasse di aziende o committenze private, e produrre pezzi unici, realizzati artigianalmente a mano, opere che non hanno uguali, altresì controcorrente, che hanno elevato l'artigianalità italiana alla sfera intellettuale grazie ai suoi geniali e raffinati dettagli tecnologici ed a una spiccata sensibilità per i materiali naturali. Ed è per questo che il suo lavoro e la sua creatività hanno prodotto capolavori senza tempo, che sono apprezzati ancora oggi.
Carlo Scarpa morì a Sendai, in Giappone, nel 1978 a seguito di un banale incidente scivolando dalle scale dell’albergo in cui soggiornava, nell’osservare un singolare dettaglio di uno scalino. Scarpa fu sepolto nel complesso monumentale, tomba Brion a San Vito Altivole (TV), a cui lavorò personalmente nel 1969 su richiesta della moglie di Giuseppe Brion, fondatore e proprietario della nota azienda Brionvega.
La morte di Scarpa è stata un'importante perdita per il mondo dell'architettura e del design, ma il suo lavoro e il suo legato continuano ad ispirare generazioni di professionisti in questi campi.
Scarpa, nonostante il suo straordinario operato, solo dopo la morte riceverà il conferimento della laurea honoris causa in architettura.