Un Progetto tra arte e design, un pezzo unico frutto di due grandi designer quali Sottsass e Mendini. Un tavolo il cui vengono evidenziate nettamente le differenze stilistiche dei due artisti designer, e da cui trae il nome, dove il piano in legno è metà ricoperto in foglia d’oro e metà laccato nero lucido, due materiali nettamente contrapposti entrambi preziosi e di forte carica espressiva. Le differenze stilistiche inoltre si evidenziano da un lato, per gli elementi terminali delle gambe realizzati con blocchi in marmo bianco tipico di Sottsass, e dall’altro per l’elemento a volta eseguito a tarsie con vari legni, quale spiccato imprinting di Mendini. /
Design at mutation, techniques du meuble italien, di Denis Santachiara, ICE e Assoarredo, p. 87, Anno 1991
ETTORE SOTTSASS (1917-2007) formazione: Politecnico di Torino - facoltà di Architettura Creativo iconoclasta e folgorante, Ettore Sottsass ha segnato la storia del design italiano: Olivetti Valentine è la rivoluzionaria macchina da scrivere nata nel 1968, messa in produzione l’anno successivo, dal progetto di Ettore Sottsass e Perry A. King, che valse a Sottsass il Premio Compasso d’Oro nel 1970.** **Con il gruppo Memphis, collettivo di design e architettura da lui fondato all’inizio degli anni Ottanta, Sottsass dà vita a una vera e propria estetica del Postmoderno, lontana dal dogmatismo rigido e assertivo del funzionalismo. Tratti distintivi: vitalità del disegno, colori vivaci, forme geometriche, sapiente uso del kitsch.Le icone: La libreria Carlton (1981) disegnata da Ettore Sottsass, manifesto di Memphis. /
ALESSANDRO MENDINI (1931-2019) formazione: Politecnico di Milano - facoltà di Architettura Architetto e designer, Alessandro Mendini è tra i protagonisti del rinnovamento del design italiano fra gli anni Settanta e Ottanta. Figura di spicco nell’ambito del Radical Design – da Global Tools ad Alchimia nel 1977, fino a Memphis – ha legato il proprio nome a progetti architettonici, arredi-icona e opere d’arte, nel segno della sinergia più audace tra le discipline creative e progettuali. Suoi i concetti di “design neo-moderno”, che infrange le regole del Modernismo a favore di un sincretismo postmodern; e quello di “redesign”, che dà una seconda vita a oggetti esistenti grazie alla decorazione, allo spiazzamento visivo e all’uso consapevole del kitsch. Nel 1979 e nel 1981 ha ricevuto il Premio Compasso d’Oro per il design. Le icone: la celeberrima poltrona Proust (1978); il cavatappi Anna G. e il macinapepe Anna Pepper per Alessi. /