Eileen GRAY

Designer di mobili e architetto irlandese, Eileen Gray (1878-1976) è considerata tra le figure principali del design del XX° secolo, per la sua influenza nel movimento modernista. Di famiglia agiata, in gioventù visita diversi paesi, tra cui l’Italia, la Svizzera e soprattutto la Francia, in particolare Parigi durante l’Esposizione Universale del 1900: si trasferisce quindi a Londra, dove è tra le prime allieve ammesse alla Slade School of Fine Arts (1901) e continua gli studi a Parigi (1902-1905).  Tornata a Londra, lavora presso un laboratorio di mobili a Soho: insoddisfatta dei suoi disegni, si dedica alla laccatura dei mobili, disciplina che perfezionerà a Parigi per quattro anni con l’esperto maestro giapponese Sugawara. Si stabilisce a Parigi (1907) ed inizia ad applicare le sue tecniche pittoriche alle superfici piane: non ottiene un pieno successo in questa sua prima fase di lavori, anche se alcune sue lacche vengono acquistate ed esposte (dal sarto Jacques Doucet ad esempio) e l’edizione inglese di Vogue le dedica un articolo (agosto 1917). Il primo incarico di rilievo è del 1919, con l’arredamento in rue de Lota per madame Mathieu-Levy, in cui “progetta ogni elemento dell’arredo, compresi i rivestimenti alle pareti, le lampade, i mobili e i tappeti, scegliendo forme particolarmente rigorose e scultoree” (McHardy). Nella furniture, spicca la celebre poltrona Bibendum e lo spettacolare sofà Pirogue. Incoraggiata da questi notevoli risultati, apre nel 1922 la galleria “Jean Désert”: grazie ai facoltosi clienti, il suo lavoro viene apprezzato ed esposto (Salons d’automne 1922-’23; XVI Salon des Artistes decorateurs). L’incontro con l’architetto romeno Jean Badovici convince la Gray ad interessarsi di architettura. Nascono così la celebre E.1027, abitazione a Roquebrune, Cap Martin (1929) e l’appartamento in rue Chateabriand (1931) e la sua casa, Tempe à Pailla, a Castellar (1934), progetti che testimoniano la “straordinaria sensibilità architettonica di Gray, il suo gusto per il dettaglio e, soprattutto, il suo grande senso pratico”. Molti progetti successivi non vengono realizzati, anche se spicca il suo “Centro di vacanze”, esposto da Le Corbusier all’Expo di Parigi del 1937. Il pieno riconoscimento internazionale delle opere della Gray è tuttavia tardivo: nel 1968, quando la designer conduce una vita ritirata fuori dall’establishment dell’architettura e del design, un articolo del critico Joseph Rykwert su Domus rivaluta la sua figura. Seguono diverse esibizioni, la poltrona Bibendum e il tavolo circolare E.1027 tornano in produzione e i suoi prodotti sono considerati attualmente come pezzi pregiati del design del Novecento. /

 

Villa E.1027, abitazione di Eileen Gray a Roquebrune, Cap Martin, 1929 - Disegno Villa E.1027 - interno abitazione con alcuni dei pezzi disegnati dalla Gray e poi prodotti da ClassiCon,  Petite Coiffeuse Round, Occasional Table  e Folding Blue - mostra a Eileen Gray al Centre Pompidou curata da Cloé Pitiot, Francia, 2013 / 

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