Bruno Munari è definito il primo vero designer a tutto tondo della storia artistica italiana. Nato a Milano nel 1907, viene definito “figura leonardesca del ‘900” perché è stato in grado di declinare il suo pensiero in molteplici discipline e arti, proprio come Leonardo da Vinci. Eclettico, artista, intellettuale, designer, scrittore, grafico sono solo alcuni degli epiteti che si possono avvicinare alla sua figura. Durante gli anni ’30 e ‘40 del secolo scorso, se Lucio Fontana era definito dalla critica artistica come lo spaziale, Bruno Munari veniva definito il perfettissimo. A lui si deve la nascita del moderno artista che diventa consulente aziendale. Munari partecipa sin da molto giovane al movimento artistico del Futurismo, dal quale si differenzia per umorismo e leggerezza. Nel 1948, assieme a Atanasio Soldati, Gillo Dorfles e Gianni Monnet, fonda il MAC, un movimento che caratterizzerà e fomenterà la corrente astrattista italiana, portando molti industriali a cogliere l’opportunità di unire arte e tecnica. Negli anni 30’ inventa la macchina aerea: il primo mobile nella storia dell’arte. Nel 1933 crea le macchine inutili, una serie di oggetti di forme, pesi e misure diverse appesi in modo armonico fra di loro. Dal 1939 al 1945 lavora come grafico per l’editore Mondadori e inizia a scrivere libri per l’infanzia che erano pensati per suo figlio Alberto. Nel 1948 insieme ad altri artisti crea il Movimento Arte Concreta. Negli anni 50 crea i negativi-positivi, una serie di quadri astratti che lasciano allo spettatore la libertà di interpretazione. Nel 1951 crea le macchine aritmiche e i libri illeggibili. La sua ricerca si concentra sulla macchina e sul good design (è firma fissa per molti produttori di industrial design, come la ditta Danese con cui collabora dagli anni ’40, realizzando icone come il posacenere Cubo del 1957 o la lampada Falkland del 1964) e se ne fissano molti principi. Negli anni 60’ Munari si dedica a molte opere seriali e sperimentazioni visive e cinematografiche. La sua produzione rimane molto attiva. Aumenta negli anni il suo interesse verso il mondo dei bambini e nel 1977 crea nella Pinacoteca di Brera a Milano il primo laboratorio per bambini in un museo. Negli anni 80 e 90 la sua creatività continua a ideare opere e sculture. Riceve negli anni molti riconoscimenti e muore a Milano all’età di 91 anni. /
La Macchina Inutile scultura mobile in cartoncino Arches serigrafato, legno, spago e tondino in ferro brunito per contrappeso, 1934 - Posacenere da tavolo Cubo S per Danese Milano, presente nella collezione permanente del Moma, 1956 - Lampada Falkland per Danese, realizzata partendo da un paio di calze da donna, 1964 /